The Santa Caterina of Aldo before the italics
CATERINA DA SIENA. Epistole Devotissime de Sancta Catharina da Siena… essendo state adunate insiemi…per il venerabile frate Bartholomeo da Alzano da Bergamo. (Venezia, Aldo Manuzio, 1500), E’ nel 1501 che Aldo Manuzio stampa a Venezia il Virgilio, il primo libro con il nuovo carattere corsivo "italico" inciso da Francesco Griffo. Sorge dunque in Italia la minuscola umanistica corsiva che è all'origine delle scritture moderne, diventando un modello per successivi sviluppi e fonte di ispirazione nella fusione di nuovi caratteri da stampa. Il “corsivo” del Griffo fu prescelto oltre che per una gradevole creazione dal punto di vista grafico, anche perchè la pendenza delle lettere rendeva queste ultime più strette; tale accorgimento consentiva al tipografo un notevole risparmio economico, difatti in ogni riga erano riproducibili un maggior numero di caratteri, dunque la pubblicazione dell’intera opera era fattibile in un numero minore di pagine, favorendo la diffusione di libri di formato tascabile. Aldo decide di inserire per la prima volta questo carattere però nelle Epistole Devotissime di Santa Caterina da Siena nel 1500 e più precisamente nella superba silografia a piena pagina al verso del f. 10 raffigurante la Santa a figura intera incoronata da due angeli, con un libro aperto nella mano destra ed un cuore nella sinistra. E' una delle più significative illustrazioni del rinascimento veneziano, attribuibile all’ambito di Giovanni Bellini o di Gerolamo Bordone. Sul libro e sul cuore retti dalla Santa sono impresse in italico alcune parole “iesu dolce / iesu amore / iesus”. L’eccezionalità della scoperta risiede nel fatto che mi sono imbattuto in un esemplare senza l’impressione del carattere corsivo: si tratta cioè di un esemplare di prova. Mentre i caratteri tondi erano già inseriti nel drappo a destra, il Griffo non aveva ancora terminato la fusione del carattere quando Aldo dava alle stampe le prime copie del libro. La grande silografia presenta alcune interessanti varianti che permettono di chiarire il processo produttivo e creativo della bottega del Manuzio: il libro tenuto da Santa Caterina nella versione senza l’inserimento del corsivo prevede 5 tagli a sinistra e 6 a destra; in quella con il corsivo invece nella parte sinistra il quinto taglio è parzialmente assente e nella parte destra i tagli sono quattro e si intravede una traccia del quinto. La piega centrale del volume nell’esemplare senza corsivo presenta tre righe, nell’altra le righe sono solo due. Queste differenze sono da imputare all’inserimento del carattere corsivo che provocò la rottura del legno; lo stesso problema dovette verificarsi anche nel cartiglio che presenta tre righe di testo in carattere romano e in ambedue gli esemplari è rotto. Sebbene siano stati scritti centinaia di libri su Aldo e la tipografia aldina, questa scoperta apre un nuovo capitolo nella storia della tipografia. Si deve all’ingegno di Francesco Griffo la minuscola Umanistica corsiva che è all'origine delle scritture moderne, e sarebbe diventato un modello per la fusione dei nuovi caratteri da stampa. Fu progettato di concerto con Aldo Manuzio sui modelli della scrittura corsiva in uso nei codici della seconda metà del XV secolo. Fu scelto oltre che per una gradevolezza grafica, anche perchè la pendenza delle lettere rendeva queste ultime più strette e tale accorgimento consentiva al tipografo di comporre un maggior numero di caratteri in ogni riga, riducendo quindi il numero di pagine. Le prime opere stampate con tali caratteri furono nell’aprile del 1501 “Le Bucoliche, le Georgiche e l’Eneide”. Lo stesso Manuzio, nonostante alcune discordanze rilevate nella composizione dei caratteri – questi ultimi talvolta nell’organicità dell’intera pagina, risultavano esteticamente poco arminiosi- fu entusiasta al punto che, al frontespizio del volumi della “Collezione tascabile” così lodò l’incisore: “In grammatoglyptae laudem/qui graiis dedit Aldus en latinis/dat nunc grammata sculpta daedaleis/Francisci manibus Bononiensis”. Griffo incise una serie di caratteri, ispirati alla scrittura corsiva utilizzata dalla cancelleria papale, denominati “italici”: saranno i tipi utilizzati da Manuzio per la stampa di numerosi testi classici. Autore di più di una 20ina di alfabeti, che si distinguono per la perfezione e la pulizia del disegno, Griffo è considerato uno dei più importanti incisori di caratteri del suo tempo. Lasciò nel 1503 la tipografia aldina per recarsi a Fano presso il tipografo Gerson Soncino. Qui egli incise un cosivo molto simile a quello aldino, soltanto leggermente più pesante, con questo carattere il Soncino stampò nel 1503 Virgilio ed in volgare le “Rime” del Petrarca, dedicate a Cesare Borgia. Chancery folio (296 x 196 mm.), 422 leaves (10 n.n., CCCCXI p.e. 414, 1 leaf), 39 lines and foliation, Roman letter, many white-on-black woodcut initials, full-page woodcut of St. Catherine with the Roman typeset captions only on *10 verso, contemporary stiff vellum (restored in the upper spine; vellum lacking on the three bands, stenghtened with calf). First complete edition; a selection of Catherine's letters was published in Bologna in 1492 (Goff C280). This book is the first book in Italian to be printed by Aldo and it should be the first to contain Italic type, in which five words are usually printed on the full-page woodcut of St Catherine. Although the colophon is dated 15 September, Aldo's dedicatory letter to Cardinal Francesco de Piccolomini is dated 19 September. In this copy the woodcut is here in a first state, before the addition of the printed italic types within the open book and the heart in the Saint’s hands “iesu dolce / iesu amore / iesus”. No other typographical variants are present in the volume. Only the 3 lines in Roman type are printed within a drape on the right; the original state of the woodcut shows other variants in the book held by Catherine: the leftside edges of the volume are 5 (in the usual state the 5th is only partially present); and the rightside edges are 6 (only 4 in the usual, with a portion of the 5th); in the center the foldings are 3 (usually only 2). The lacks in the woodcut usually found are due to the insertion of the types, which broke the wood; the same happened, also in this copy, on the drape with the Roman types. The italic types, cut by Francesco Griffo and first used for a complete text in his 1501 edition of Virgil, were evidently not yet ready when Aldus printed some proofs of the book: we don’t think this is the only copy, but, as the importance of this book is in the appearance of the italic type, we believe that its lacking should have been noticed by some bibliographers. Hundreds of books have been written on Aldus and his types, but this new discovery opens a small new window in this epochal event of the history of typography, which should be deepened in archive documents. RENOUARD p.23. BMC V, 562. GOFF C-281. UCLA, n.29. CAT.LAURENZIANA n.37.
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