RELAZIONE DELLA SENTENZA DI MORTE

Eseguita in Napoli contro Domenico Capozzoli ed altri due suoi fratelli.

Tamburial e Valdoni, 1840,

in-4 (mm 200 x 135), pp. 4. Carta vergellata. La relazione descrive la cattura dei tre fratelli malviventi, dopo la loro fuga in Corsica e il rientro nei loro luoghi natali: "I fratelli C., banditi del Cilento, furono creduti a torto martiri del Risorgimento, coi quali, se mai, ebbero a fare, quando gl'insorti cilentani del 1828, trovandosi a corto di forze, decisero di ricorrere a essi. Patrizio, Donato e Domenico Capozzoli, piccoli possidenti di Monteforte Cilento, essendosi dati alla macchia fin dagli anni giovanili, si trovavano compresi, per ordine del governo, nelle "liste di fuorbando" a causa dei molti e gravi delitti da essi consumati. Fallito il movimento, i C. riuscirono a salvarsi con un abile stratagemma e si ricoverarono a Livorno e poi in Corsica (18 settembre 1828). Il governo napoletano chiese alla Francia l'arresto e l'estradizione dei fuggiaschi; ma questi, prevedendo che sarebbero stati catturati, e ritenendosi più sicuri nei loro paesi che nell'isola ad essi sconosciuta, tornarono clandestinamente nel Regno e si diedero di nuovo a battere le campagne e i boschi. Per alcuni mesi il loro ritorno rimase ignoto alla polizia; ma nel marzo 1829 questa, avendo saputo della presenza dei C. nel Cilento, iniziò attive ricerche, che, col sussidio di un loro amico, portarono alla loro scoperta e al loro arresto nel villaggio di Perito. Una commissione militare li giudicò e condannò a morte. Furono fucilati a Palinuro il 27 giugno 1829". (Bibl.: M. Mazziotti,La rivolta del Cilento, Roma 1909, p. 44).

Esemplare in buono stato di conservazione.

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