PETRARCA, Francesco.

Trionfi, Sonetti e Canzonierecon i Commenti di Bernardo Lapini da Siena, Francesco Filelfo e Gerolamo Squarciafico (rivisto da Gabriele Bruno e Girolamo Centone).

Venezia, Bartholomeo de Zani da Portese, 11 Luglio e 30 Agosto 1497,

2 parti in un volume in-folio (209x315), ff.136 (il primo f. bianco) e 98 ff. (l'ultimo f. bianco), segnatura: aa8 a-q8; A-L8 M10 (q8r colophon dei Trionfi in latino, A1r indice del Canzoniere, M9v secondo colophon, in volgare). Affascinante rilegatura d'epoca in assicelle di legno, con dorso rivestito in cuoio, filetti a secco. E' curioso il fatto che entrambi i piatti in legno, spaccati in verticale, siano stati anticamente riuniti mediante sette placche in bronzo poste in orizzontale sulla parte esterna delle assicelle. Testo racchiuso nel commento, carattere romano, capilettera ornati su fondo nero. Incunabolo illustrato da 6 stupende figure silografiche ai Trionfi a piena pagina entro bordura architettonica, già utilizzate per l'edizione del Codecha del 1493. Gli indici dei Trionfi sono seguiti dal Prologo di Bernardo Lapini a Borso d'Este, quelli del Canzoniere dalla dedica di Francesco Filelfo a Filippo Maria Visconti. Edizione molto rara, fedele ristampa dell'edizione di Piero de Plasiis del 1490, con entrambi i commenti rivisti e corretti da Girolamo Centone. Le sei grandi silografie ai Trionfi (di Amore, Castità, Morte, Fama, Tempo e di Eternità), di notevole pregio e bellezza, sono ora attribuite al Maestro del Pico, anonimo illustratore e miniatore di incunaboli. Benché non stimata dal Marsand ("edizione assai brutta, quant'è alla parte tipografica, e di nessun pregio quanto alla lezione del testo") si tratta di un bell'incunabolo di poesia volgare figurato, di cui sovente si trova una sola delle due parti. Esemplare della biblioteca di Walter Ashburner (1864- 1936), grande bibliofilo, professore ad Oxford e co-fondatore del British Institute di Firenze (suo timbro sul primo e sull'ultimo f.). Al primo bianco nota di possesso coeva "Questo Petrarca e di me Andrea Amulii" ed altra in fine "Ad Camilli Duchetti comuniumque amicorum usum". Il primo possessore ha vergato frequenti chiose in latino nei larghi margini. (La metà del sonetto babilonese al f. 56 che cita "belzebub" leggermente censurata a inchiostro ma perfettamente leggibile; due fogli con alone di polvere, poche arrossature, ottimo esemplare. A causa di una inversione nella composizione tipografica del primo quaderno al posto della pagina aa3 verso è stata in origine impressa aa6 recto e viceversa; tale particolarità compare sicuramente in qualche altro esemplare.

HC *12776; Bmc V 433. Goff P-392. Essling 81. Sander 5606. Marsand p.21. Speck n. 174. IGI 7559 & 7540

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