(CARPI -, Statuti).
Stat[u]ta ordinam[en]ta ac p[ro]vis[ion]es Terrae Carpi. Manoscritto su carta.
Manoscritto su carta. [Ferrara-Modena, fine del XVI secolo].
in-folio, (mm 302x203), ff (9), 318, (16). Le carte numerate 29-32, 136, 194-200 e 318 e le 6 carte finali sono bianche. Rimandi ad ogni carta e cartolazione coeva nell'angolo superiore esterno. Sono fuori numerazione le carte preliminari contenenti il titolo, la Statutorum praefatio e l'indice e le carte finali contenenti un secondo indice, più esteso, probabilmente aggiunto in epoca successiva. Grande scudo incorniciato da due arbusti recante quelle che sembrano essere le armi della città di Carpi, disegnato in sanguigna al foglio di titolo.
Titoli dei paragrafi vergati in inchiostro rosso, piccole iniziali in inchiostro marrone staccate dal corpo del testo, 25 linee per pagina. Integrazioni ed annotazioni marginali di epoca posteriore. Filigrana principale, raffigurante un angelo, e contromarca identiche a Briquet n. 650 (Ferrara, 1570).
Legatura in mezza pellesettecentesca, filetti oro e titolo su tassello al dorso a quattro nervi, titolo manoscritto lungo il taglio inferiore. Le grandi lettere che componono il titolo principale, e quelli dei quattro capitoli sono all'interno corrose dall'inchiostro, ma perfettamente leggibili. Esemplare genuino con lievi fioriture sparse, antico rinforzo al margine interno di due carte preliminari.
Ex libris Ioannis Caroli Baracchi al titolo ed alla carta nn 9. Su quest'ultima s'intravedono due note di possesso in parte cassate, una, più antica, datata 1607 di un certo Pietro Antonio Ciarlatini (“liber his est mei Petri Antonij Ciarlatini emptus a me […] per Gabrieli […] monetis Carpens. anno 1607 […]”); l'altra, più tarda, datata 1704 probabilmente di mano del tipografo modenese Antonio Capponi (“Iterum emptus a Dño Antonio Capono Bibliotecario [sic] Mutinens. per Benedictum Antonium Ciarlatini pronepotem […] 15 monetis Mutinens. Anno 1704”).
Nel 1525 Alberto III Pio fu privato dopo due secoli del feudo, che venne assegnato da Carlo V al duca Alfonso d'Este. Nel 1447 i primi statuti del 1353 subirono profonde riforme: il terzo libro fu dedicato alla vita economica di Carpi e al suo sistema di corporazioni (beccai, sarti, calzolai, muratori, maniscalchi, lanaioli). Le aggiunte cinquecentesche e seicentesche consentirono una validità formale e sostanziale fino alla fine del Settecento (cf. R. Braccia, Gli statuti di Carpi..., pp. 13-22). Gli Statuta Terrae Carpinon vennero stampati che sul finire del XIX secolo ed ebbero solamente circolazione manoscritta.Elegante manoscritto che comprende le aggiunte fino al 1575.
Fontana, Statuti Italia superiore, I, pp. 243-245.