DANTE.

Le Terze Rime di Dante.

(al verso del titolo:) Lo 'nferno e 'l purgatorio e 'l paradiso di Dante Alaghieri. (in fine:) Venetiis, in Aedibus Aldi. Accuratissime men. Aug. MDII. (Aldo Manuzio, 1502)

in-8 (162x94mm), (a1r titolo, a1v sottotitolo, l2 bianco, H4v con impresa), 244 fogli. Stupenda rilegatura veneziana coeva in pelle rosso scuro. Stupenda rilegatura veneziana coeva in pelle roso scuro, piatti con filetti multipli a secco, bordura dorata con fregi a fogliame e pannello interno a volute con losanga centrale e piccoli ferri, dorso a tre nervi con filetti a secco, tagli dorati e goffrati. In un bel cofanetto settecentesco in vitello marrone e carta decorata.

Provenienza: Alessandro Maggi da Bassano (1509-1594), nota di possesso calligrafata sul foglio di titolo: “Alexandri Bassiani Patavinj”. In considerazione degli stretti rapporti tra il Bassano e il Bembo, non si può escludere una donazione da questi negli anni trenta del XVI secolo. Nei margini, una stessa mano cinquecentesca ha annotato elegantemente la numerazione dei fogli e dei versi, aggiungendo maniculae e glosse: alcune sono semplici correzioni, altre sono spiegazioni su 2-4 righe in latino e italiano.

Condizioni: Restauri a piccole porzioni di cerniere, dorsi e angoli, lievi crepe al piatto inferiore. Esemplare molto marginoso, in ottime condizioni generali: al frontespizio minime integrazioni al verso dell'area della nota di possesso. Macchie d'umido marginali al primo e agli ultimi due quaderni, più marcate ai quattro fogli iniziali e agli otto finali; aloni leggeri altrove.

Annotazioni: Sul recto del frontespizio l'annotazione "Libero arbitrio confirmato da dante ” (a f. p8r sono infatti evidenziati a inchiostro 10 versi di Purgatorio, XVI, nei quali Marco Lombardo difende la libertà di scelta dell'uomo). Sul verso, un'altra mano ha scritto su due righe i versi più scurrili dell'intera Commedia (Inferno, XXI, 136-139): a una pernacchia di Dante e Virgilio, il Demone Barbariccia, a capo dei démoni, risponde scoreggiando: "ed elli avea del cul fatto trombetta” (f. g1v).

Prima edizione aldina, a cura di Pietro Bembo (1470-1547): prima apparizione a stampa dell'impresa dell'àncora di Aldo, aggiunta in corso di stampa sul verso dell'ultimo foglio. “Pietro Bembo, Aldus' collaborator and almost his alter ego in the modernising strategies pursued by the older man, had been present from the very beginnings of Aldus' new career as a printer and publisher in the 1490s” (Fahy, Manuzio editore). Il testo fu approntato con una cura filologica inusuale addirittura per i classici latini. Bembo ha ricorretto la versione corrotta del Landino basando il suo testo su un manoscritto trecentesco del poema, originariamente donato da Boccaccio a Petrarca.

Alessandro Maggi da Bassano fu stimato allievo e poi intimo amico di Pietro Bembo: negli anni Trenta del Quattrocento divenne curatore della sua collezione numismatica. Frequentò assiduamente latinisti, bibliofili e antiquari e iniziò a collezionare monete antiche. Scrisse un'opera rimasta inedita sulla numismatica in cui paragonava la casa di Bembo a Padova a un vero e proprio Museo. Nella sua opera sulle monete dei dodici Cesari, Bassano così giudica le collezioni di Bembo: “Petrus Bembus cum bibliothecam, sive, ut expressius dicam, Musaeum Patavii haberet, non librorum modo, verum etiam omnis generis antiquitatis refertum...”. Bassano concepì inoltre il progetto iconografico per la decorazione della Sala dei Giganti, commissionato da Girolamo Corner a Domenico Campagnola nel 1539.

Giulio Bodon, Veneranda antiquitas, 2005), pag. 84: “il maestro e mentore del Bassano, Pietro Bembo, per arricchire il suo medagliere, chiese a Giangiorgio Trissino di cedergli una moneta con l'effigie di una donna simile a una sua conoscente... Il manoscritto del Bassano si rivela di notevole importanza come fonte sul programma iconografico per il ciclo di Viri Illustres alla Sala dei Giganti…” nel cui progetto il Bembo era coinvolto in quegli anni.

Cfr. Elda Zorzi, Un antiquario padovano del secolo XVI: Alessandro Maggi (1962).

Un esemplare affascinante di un libro mitico, che può essere considerato, nell'arco di 50 anni, un curioso punto d'incontro tra Aldo Manuzio come l'editore, Pietro Bembo come curatore dell'edizione, e Alessandro Bassano, in quanto conservatore delle collezioni dello stesso Bembo.

Ahmanson-Murphy 59.5. Mambelli 17. Renouard 34:5. Gamba, testi di lingua, 385: ''molto raro''. De Batines, I, 60.

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