CATENI, Camillo
Cicalata in lode dei maccheroni
Firenze, Borgo Ognissanti, 1808,
in-8 (mm 235x170), pp. 31-3 b. (la numerazione inizia da 3). Legatura mezza pelle rossa, titolo oro impresso in verticale al dorso liscio, piatti in carta marmorizzata. Curioso poemetto toscano in prosain cui i maccheroni vengono elevati da Cateni a modello di virtù: "non affiorano forse candidi e immacolati dall'atro fondo del paiolo? Imparate dai Maccheroni, o giovani del nostro secolo, che con tanta facilità vi lasciate ingannare e sviare dalle cattive pratiche, e cadete così debolmente nei pericoli che vi presenta la scostumatezza ed il libertinaggio. Sì Signori, imparate dai Maccheroni, i quali portano il candore dell'innocenza in seno al più nero paiuolo, il di cui tetro colore fa paura fino alla padella, (…) e da quel nero soggiorno escono conservando sempre l'intatte nevi della purità, e dell'illibatezza.” Questi discorsi bizzarri, volutamente su materia di poca importanza, venivano spesso recitati dopo i banchetti nelle accademie letterarie italiane tra fine Sei ed inizio Ottocento. Edizione originale. Esemplare a fogli chiusi in barbe, ottima conservazione.
B.IN.G., 430; Gamba 1965: n. 2.738; Paleari Henssler 1998: volume I, pag. 170.