Utopia - BERINGTON Simon.
Mémoires de Gaudence de Luques, Prisonnier de l'Inquisition; Augmentés de plusieurs Cahiers qui avauent ét<è perdus à la Douane de Marseille
4 parti in 2 vol. in-8 picc.; pp. (4)- XIV- (2)- LX- 132; pp. (2)-204; pp. (4)-204; pp. (4)-232. Leg. coeva p. bazzana marmoriz., tit. e fregi in oro sui dorsi, tagli rossi, risg. marmoriz. 4 Test. Inc. in rame. Rara edizione. Si tratta di un'importante opera di Utopia, in questa edizione accresciuta da Dupuy-Demportes; attribuita inizialmente al filosofo inglese George Berkeley, fu scritta in realtà da un sacerdote cattolico inglese, Simon Berington; ebbe molto successo e numerose riedizioni nel corso del XVIII secolo, entrando a far parte della collezione "Voyages imaginaires, songes, visions et romans cabalistiques". Presentato come testo di un interrogatorio, il libro è il racconto di un viaggio immaginario in "Mezzorania", paese utopico i cui abitanti sarebbero discendenti dell'antico Egitto; questo paese sarebbe situato in mezzo all'Africa e i suoi abitanti sarebbero rimasti sconosciuti a tutta la terra per tremila anni; l'Inquisizione desiderava che Gaudence vi facesse ritorno per condurvi alcuni missionari. Secondo Dourbon la traduzione sarebbe di Milz e sarebbe stata rivista dall'enigmatico Cavaliere di Saint-Germain; quanto ai quaderni perduti a Marsilia, essi sarebbero stati ritrovati da Dupuy-Demportes. Hartig et Soboul: "La traduzione di Milz e del Cavaliere di Saint-Germain di questa utopia inglese apparsa nel 1738 nella sua versione originale, è talmente rimaneggiata che appartiene di fatto alla letteratura utopica francese. Lo comprova l'edizione accresciuta apparsa nel 1753 a cura di Dupuy-Demportes. Si tratta di una imitazione dell'Histoire des Sévarambes, ma l'opera è anche tributaria di Moro e di Campanella, e può essere stata ispirata dai racconti sulle tribù del Niger." Esemplare in ottimo stato, fresco e marginoso.
Hartig e Soboul, p. 50; Caillet II, 4364.