L'ITALIA.
L'Italia. Tradotto dal franzese
S.n.t., 1778,
in-8, ff. (4 n.n., l'ultimo bianco), pp. 328, cartonatura rustica coeva con titolo manoscritto al dorso. Frontespizio riportante citazione del Tasso "Là nella bella Italia ov' è la fede. Del valor vero, e della vera fede". Seguono 4 pagine di errata-corrige e dedicatoria al Sig. Conte A... (non reperite informazione, come per l'Autore).Non comune e davvero curiosa opera di ignoto autore che, benché si dica tradotta dal francese, è originale italiana. L'opera, è in realtà un dialogo distinto in otto sere fra due personaggi fittizi, Madama di Beaujardin e l'Abate di Chasat. Vi vengono discussi in maniera molto colloquiale numerosi aspetti e curiosità dei differenti modi di vivere delle varie città e regioni italiane, come ad esempio la villeggiatura dei Milanesi ("... che per la magnificenza delle loro case situate in amenissimi luoghi, e per la liberalità con che trattano i loro ospiti è tale che per tutta l'italia non ne trovai la pari"), oppure il lusso dei Signori Siciliani ("ricchezza d'abiti, sontuosità di carrozze, splendidezza nelle tavole...). E' però la caratterizzazione delle donne italiane il tema trattato con più riguardo ed i riferimenti femminili sono numerosi in tutta l'opera: come le donne Milanesi "...che considerano la società come una scuola per diventare virtuose, che amano e veggono con piacere i forestieri, perchè con piacere veggono in loro chi le aiuta a coltivar la raggione?", o le donne di Palermo che, a detta dell'Abate , "A me stesso occorse vedere Zittelle le più avvenenti presentarsi a' cancelli della lor sacra prigione in bruna veste, imbacuccate e acconcie in guisa, che mi sembravano non so se maghe o sibille" e di varie altre città. Ad esempio le donne Bolognesi sono citate per la loro "singolare abilità nell'arte di rappresentare sulle scene e studiate e improvise azioni". Raro, solo 4 esemplari in OPAC. Bell'esemplare in barbe, malgrado piccoli restauri al dorso e lievi arrossature.
Pitré, Viaggiatori Italiani e stranieri in Sicilia, v. 1 pt. 1, p. 155. Manca al Melzi.