PERRIER, François.
Segmenta nobilium signorum et statuarum que temporis dentem invidium evase...
Segmenta nobilium signorum e[t] statuaru[m] quae Temporis dentem inuidium evasere, Vrbis Aeternae ruinis erepta typis aeneis ab se commissa, perpetuae uenerationis monumentum Franciscus Perrier d[at] d[icat] d[edicat] MDCXXXVIII Romae ... Chez la veufue de deffunct Perier, A Paris 1638 ma (1740 ca)
in-folio (325x222), frontespizio con dedica "Illmo. D.D.Rogerio du Plessis Dno. de Liancourt Marchioni de Montfort..." e 100 tavole numerate 1-100 (2 ripiegate), 1 foglio di "Index Signorum et Statuarum" datato 1638. Legatura coeva in piena pergamena rigida con tracce di antichi legacci, restauri al dorso e taglio al piatto superiore, dorso a nervi. Frontespizio inciso, raffigurante un anziano angelo nudo con in mano la falce ed in bocca un frammento di antica scultura. Dedica e titolo della raccolta impresso su una colonna, nella parte superiore della struttura, una scultura e due putti con in mano uno stemma, per terra, la testa della statua e un serpente che si morde la coda. Le incisioni raffigurano le più famose statue greche, romane e rinascimentali esistenti a Roma nel sec. XVII e recano il monogramma dell'artista François Perrier (1596-1650) dettò il Borgognone ( monogramma FPB, con F e P sovrapposte) e di Henri-Roger Du Plessis. La tavola n. 1 è firmata per esteso: "Perrier Burgund. delin. et sculp. Romæ superior-licentia 1638".L'opera venne pubblicata la prima volta a Roma nel 1638; i cinque stati noti del frontespizio testimoniano che la serie ha avuto più edizioni. Sul frontespizio la dicitura "Roma 1638", sotto l'immagine due diversi indirizzi di editori parigini: "La veuve du défunt Perrier" e "La veuve de F. Chereau" (attiva a Parigi tra il 1729 e il 1755). François Perrier (1590-1650) pittore e incisore francese attivo a Roma, cofondatore dell'Académie Royale de peinture et de sculpture. A metà del XVI secolo furono pubblicate numerose stampe di scultura greco-romana, ma la selezione di Perrier fu la prima a includere solo i capolavori. La sua collezione fu imitata da moltissime edizioni contemporanee e successive, ma continuò a essere ampiamente utilizzata e stabilì il canone.Bellissima opera, non comune completa di tutte le tavole; discreto esemplare con segni d'uso (macchia d'umido nel margine interno degli ultimi 10 fogli ed un piccolo forellino di tarlo nel margine bianco di metà volume, fronstespizio e primi fogli polverosi, sporadici strappi marginali e macchie d'inchiostro nero ai tagli, scritta in sanguigna al verso della tavola 100 e scarabocchi al lapis sul margine inferiore dell'indice).
Cicognara, n. 3538 (ed. 1638) ; Brunet, IV, 512 (ed. 1638);