BOCCACCIO, Giovanni.
Il Decamerone nuovamente corretto et con diligentia stampato. MDXXVII.
Firenze, Heredi di Philippo di Giunta, 1527, nell'anno del Signore M.D.XXVII Adì xiiii. de Mese daprile,
in-4 grande, ff. (7, su 8 mancando l'ultimo bianco), 284, elegante del tardo XVIII secolo in marocchino rosso a grana larga, bordura neoclassica in oro ai piatti, firmata al piede del dorso: Rel. P. Lefebvre (degno erede del grande Jean-Claude Bozérian, che prima si associò con lui e poi gli lasciò l'atelier); al dorso liscio titolo, data e fregi quadrilobati su 5 scomparti, dentelle interne e carta marmorizzata alle sguardie, tagli dorati. Impresa dello stampatore al titolo e al verso dell'ultimo foglio. La celebre ''Ventisettana'' del Decamerone, opera di numerosi umanisti fiorentini che confrontarono l'edizione di Delfino (Venezia 1516) con i manoscritti, tra cui l'importante copia di Mannelli del 1382. Si impose come versione universalmente riconosciuta del testo e modello per le edizioni successive, sino all'edizione di Lucca 1761, basata sul solo manoscritto Mannelli. Divenne un simbolo della libera repubblica fiorentina, in quanto, come ebbe a dire il Foscolo, quasi tutti coloro che vi lavorarono (Bernardo Segni, Pier Vettori, Baccio e Bartolomeo Cavalcanti, Francesco Guidetti) morirono combattendo contro i Medici. La mitica rarità di quest'edizione sin dai secoli scorsi indusse il Console Smith a finanziare una contraffazione, impressa a Venezia nel 1729. ''Il existe peu de livres qui aient acquis une valeur d'estime et en même temps une valeur d'argent proportionnée à celle que depuis plus de deux siècles a conservé ce volume... Édition correcte et soignée d'un livre dont s'enorgueillit la litterature italienne, elle fut presque à son apparition considérèe comme le prototype, le modèle obligé de toute édition future'' (Renouard). Ottimo esemplare, molto marginoso (il primo foglio, da un altro esemplare, restaurato lungo il lato inferiore con grande perizia). Provenienza: sul contropiatto ex libris Giorgio di Veroli, al titolo timbro tondo ottocentesco con giglio con GS, al f.AA2 altro timbro ottocentesco; Veroli (1890-52), tra i più grandi collezionisti italiani di metà Novecento, si stabilì a New York nei primi anni ‘40, dove riattivò i rapporti del mondo produttivo italiano con il mercato finanziario americano.
Gamba (1828) 156 (‘Rarissimo’); Renouard, Junte’, (1834), 93; Boccaccio: A Critical Guide to the Complete Works, pp. 42-8.