PECKHAM, John

I tre libri della perspettiva communedell'Illustriss. Et reverendiss. Monsig. Gioanni Arcivescovo Cantvariense. Nuovamente tradotti nella lingua, & accresciuti di figure, & annotazioni da Gio. Paolo Gallucci Salodiano.

Venezia, eredi di Giovanni Varisco, 1593,

in-4 (mm 223 x 136), ff. (8), 48, notevole legatura veneziana coeva in marocchino fulvo, i piatti adorni di bordura, e fregi angolari in oro e da grande fleuron centrale, dorso decorato a sei nervi, con iniziale “C” nel secondo quadrante, tagli dorati, entro astuccio in m.marocchino marrone. La decorazione geometrica della bordura è molto atipica. Impresa tipografica al frontespizio e 64 diagrammi n.t. Prima traduzione italiana di questo fondamentale compendio di ottica, cui è legata la fama dell'autore, che venne compilato presso la curia papaletra il 1277 e il 1279. Da segnalare che il nome dell'autore inglese viene nel titolo menzionato solo come "Monsig. Gioanni Arcivescovo Cantvariense". L'autorevole traduttore Gallucci la dedicò al segretario apostolico G. B. Cucina. Il primo dei tre libri tratta della propagazione della luce, all'anatomia e fisiologia dell'occhio; il secondo ad una sofisticata analisi sulla formazione dell'immagine grazie ai fenomeni di riflessione, mentre l'ultimo, quello a carattere più divulgativo, è uno studio dei fenomeni di rifrazione, dell'arcobaleno e della Via Lattea. Nonostante John Peckham (Sussex, 1230-35; Surrey 1292), francescano e dal 1272, Arcivescovo di Canterbury, si fosse sempre opposto alle nuove idee aristoteliche e averroistiche che stavano diffondendosi in Europa, le sue opere risentono dell'influenza di Aristotele, Euclide e Tolomeo. All'epoca la diffusione della luce aveva una funzione divulgativa per l'infusione della grazia divina:"optics was considered to be very useful for theologians since the infusion of grace is very clearly illustrated through the multiplication of light" (Roger Bacon, Opus Majus, 1263). Ancora al Rinascimento i risultati dei suoi studi saranno utilizzati da della Porta, Ghiberti e Leonardo. Al titolo nota di possesso ''Ex legato Iohanni Coccini'': dal 1611 Decano della Rota, pubblicò una quindicina di opere; parte della sua ricca biblioteca è conservata al Collegio Romano. Ottimo esemplare marginoso in superba legatura, fatto alquanto inusuale per una traduzione di un libro scientifico.

BMC, p.496. DSB, p.473. MORTIMER (cit.), p.533. NUC, vol. 447, p.118. POGGENDORF (1863), p.385. Manca al La Lande. Riccardi I/1, 570.

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