MAFFEI, Scipione.

Arte magica dileguata. Lettera del signor Marchese Maffei al Padre Innocente Ansaldi dell'ordine de' Predicatori.

In Verona, Per Agostino Carattoni, 1750

in-4, (233x170 mm), pp. 55, (1), cartone rustico coevo, titolo manoscritto lungo il dorso. Seconda edizione (la prima apparsa presso il medesimo stampatore l'anno precedente) di questa lettera indirizzata al domenicano padre Ansaldi, anche per ottenere il visto di censura. Il testo si inserisce nel filone letterario che scaturisce dopo il ''Congresso notturno delle Lammie'' e che darà luogo, tra le altre, all'opera del Tartarotti ''Apologia del congresso notturno delle lammie''. L'autorevole erudito nega in modo radicale l'intero mondo magico e cerca di risvegliare le coscienze ancora immerse nella superstizione; anche se è costretto ad ammettere la realtà dei fatti di magia descritti nel Vecchio Testamento. Maffei sostiene che con la venuta di Cristo tutto è cambiato e le operazioni magiche e stregonesche altro non sono in epoca moderna che una ''chimera''. Schermandosi dietro il linguaggio sgrammaticato di un arciprete di montagna, don Antonio Fiorio, Maffei tornò a difendere le proprie tesi contro la magia nell' ''Arte magica distrutta'' (Trento 1750) e nell' ''Arte magica annichilata'' (Verona 1754). Perfetto esemplare, marginoso.

BIBLIOTECA MAGICA, 782; CORNELL, 365.

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