SAN MARTINO, Matteo.
Le Osservationi grammaticali e poetiche della lingua italiana. Del signor Matteo conte di San Martino e di Vische.
In Roma, per Valerio Dorico, e Luigi fratelli del MDLV, (In fine: In Roma, per Valerio & Aluigi Dorici, fratelli bressiani, 1555)
in-8, pp. 245, (1) ma i.e. 247 perchè ripetute nella numerazione le p. 78-79) ricollocato in pergamena floscia dell'epoca (restauro al piatto anteriore), titolo mss. al dorso. Errata al verso dell'ultimo foglio. Al titolo due note di possesso “Federici ex marchionibus Clavessanae” e “Federici Gastaldi” e altre relative alle medesime provenienze al risguardo. Prima e unica edizione, dedicata al Cardinale Alessandro Farnese. Il conte canavesano Matteo San Martino di Vische (ca.1495-1556) fu inviato dal padre a Roma per migliorare la propria istruzione, fu amico del Bembo e del Marchese del Vasto. Scrisse anche una Pescatoria e delle Egloghe. (Vallauri, Storia della poesia in Piemonte I, p. 119-21). La scarsa notorietà di quest'opera grammaticale che si distacca dal purismo del toscano - e peraltro meritò la stampa da parte dei fratelli Dorico - è dovuta alla estrema rarità (3 esemplari censiti in Italia ed uno alla BNF). Soltanto in tempi recenti è stata oggetto di due saggi: uno a cura di Antonio Sorella (1999) e uno spagnolo (1996) "Italiano y piamontés en el siglo XVI". Del resto è singolare che un piemontese, per quanto colto e nobile, si sia dedicato così presto allo studio della pura lingua toscana. Buon esempl. marginoso, malgrado qualche alone ai due ultimi quaderni.
Gamba 1634: "Anche questo scrittore, ch'era Piemontese, nella dedicazione si mostra alieno dal giurare in verba de' soli autori toscani... quando esse sieno accompagnate da assiduo studio, giovano a dar perfezione ad ogni scienza, più che il natal sito".