Vivere con i Libri: Storia della Libreria Pregliasco

La Libreria Pregliasco fu fondata nel 1911 dal giovane Lorenzo Pregliasco, che rilevò un polveroso negozio di libri usati a Torino a pochi passi dalla Piazza allora Vittorio Emanuele. Dopo il ritorno dalla Grande Guerra, pubblicò nel 1921 insieme al fratello Secondo il catalogo n. 1, in cui proponeva quattrocento libri, tra i quali il più caro era un incunabolo figurato offerto a 65 lire.

Da allora sono usciti circa trecento tra listini ciclostilati, opuscoli per esposizione, “Convivi” di varia cultura, cataloghi monografici.

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Nella disordinata libreria Lorenzo riceveva le visite di Benedetto Croce, Piero Gobetti, Franco Antonicelli e di un giovane interessato all'economia politica: Luigi Einaudi. Come scrisse Francesco Fadini nella prefazione al catalogo Risorgimento del 1978: “Croce aveva in simpatia gli ‘ottimi Pregliasco', evocati dalla figlia Donna Elena nei Ricordi Familiari quando in libreria da Pregliasco incontrava i suoi amici: Einaudi, Gioele Solari, Francesco Ruffini, Domenico Bulferetti, Gobetti, Federico Patetta”. Il futuro Presidente della Repubblica confidava: “Preferisco comperare, dopo anni, in antiquariato per 50 lire il libro esaurito e divenuto famoso che, nuovo, avrei acquistato per 10 lire. Risparmio così i denari dei libri inutili che avrei con quello rischiato di acquistare”.

Un grande istinto per il libro antico guidò il fondatore della Libreria in giro per l'Italia – “viaggiando in terza classe fumatori”, come amava ricordare - alla ricerca di biblioteche; il suo acquisto più importante resta quello della celebre biblioteca formata da Francesco Melzi d'Eril, viceré d'Italia durante l'occupazione napoleonica, e sarà proprio la dispersione della Melziana a far accorrere nel dopoguerra presso la libreria torinese bibliofili e librai da mezzo mondo.

Nel 1961 la libreria si sposta negli attuali locali di fronte all'Accademia di Belle Arti, dapprima al pianterreno, per estendersi poi nelle sale del primo piano, arredate con biblioteche d'epoca.

Ad oggi, dopo 108 anni di libreria su strada, abbiamo deciso di rinunciare alle vetrine e al pianterreno, ristrutturando il grande primo piano con ingresso direttamente dall'ascensore. Probabilmente, dovendo spostare parecchie tonnellate di libri, sarebbe stato più semplice cambiare location, ma si è preferito mantenere l'indirizzo, ormai noto in tutto il mondo del libro, per motivi sentimentali, così come il Preliber, codice del telex di cinquant'anni fa è stato mantenuto come dominio per il moderno sito web e gli indirizzi di posta elettronica.

“la libreria di Torino era un po' gelosa della sua parente di New York (PrPh Books), tranquilla e riservata al secondo piano di un palazzotto ottocentesco nell'Upper East Side e arredata con mobili di design” dice Umberto, terza generazione della storica libreria. Ha quindi deciso di razionalizzare gli spazi, di selezionare le incisioni e i libri più pregiati e quelli più interessanti “che spesso non sono costosi” o comunque liquidare libri, stampe e materiale inutile accumulato in un secolo. E, perché no, divertirsi facendo qualche scoperta di opuscoli rari dimenticati da decenni nel grande magazzino, anch'esso riorganizzato, al seminterrato. Il libraio “vecchia scuola” ha voluto portare in discarica soltanto i libri sfasciati o scompleti o riviste, ha addirittura regalato ad un liceo milanese biblioteca 1500 volumi.

“Inoltre, devo dire con grande dolore che la funzione delle librerie su strada ed il ruolo sociale del libraio sono mutati; pochi collezionisti e studiosi vogliono avere consigli, essere indirizzati tramite i cataloghi monografici verso nuove raccolte e nuove culture. Anche i clienti meno giovani preferiscono “giocare” sui motori di ricerca e comperare quasi al buio, senza prima accarezzare e annusare i volumi. Per fortuna ci resterà l'importante ruolo di preservare la memoria, disperdendo e ricostituendo le biblioteche: una legge della termodinamica sancisce come nel cambiamento di stato di un gas avvenga soltanto una variazione della sua energia interna, ed il processo sia reversibile. Così avviene per i libri: le biblioteche si modificano nella loro struttura interna, si dividono, ma si riaggregano in forme e luoghi diversi”.

Nel 1961 la libreria si sposta negli attuali locali di fronte all’Accademia di Belle Arti
Nel 1961 la libreria si sposta negli attuali locali di fronte all’Accademia di Belle Arti

 

Quindi, dopo decenni passati a promuovere, esibire, valutare, consigliare libri a migliaia di persone, il libraio avrà più tempo di studiare vecchi e nuovi acquisti: ci saranno meno campanelli, scale, fornitori, turisti a distrarlo. Anche perché non c'è più l'abitudine di bouquiner con metodo e conoscenza, i clienti ordinano via e-mail dall'Europa, gli Stati Uniti o la Cina, oppure prendono un appuntamento per visionare un libro notato sul sito.

Al primo piano questo grande e moderno open-space - che affianca a qualche pezzo di design tutte le austere librerie della vecchia sede - permetterà più riservatezza, ma anche la possibilità di organizzare piccole mostre tematiche e tentare di ripristinare la funzione di un “salotto” dove i bibliofili possano ritornare ad incontrarsi e discutere delle proprie passioni librarie.

Per ulteriori approfondimenti, la storia della libreria Pregliasco è anche consultabile sul sito dell' ILAB.

La storia della libreria non può prescindere dalle persone che hanno contribuito al successo secolare dell’attività. Nella fotografia di inizio secolo in copertina figurano accanto a Lorenzo i fratelli Secondo e Placido, e il prezioso garzone Gepin.

Dopo il trasferimento negli attuali, più spaziosi locali, la moglie del fondatore Erinna, nata tra i libri d’arte del padre editore – l’Itala Ars pubblicò l’importante opera del Midana sui mobili piemontesi – ha svolto un ruolo importante, occupandosi per trent’anni con passione e competenza delle stampe decorative e topografiche al piano terreno. E per qualche anno seguì il mercato degli autografi e dei documenti storici la figlia Giorgia, la quale ha poi seguito la propria strada affiancando ai manoscritti le affiches ed i manifesti nei locali di Via Po 14. La moglie di Arturo, Marisa, a lungo si è occupata della contabilità e ancora oggi non rinuncia ad una visita quotidiana per cercare invano di rimediare all’immancabile disordine. Per oltre quarant’anni Dario Barsalini ha collaborato con meticolosità e grande padronanza bibliografica alla stesura di decine di cataloghi, riuscendo all’inizio a conciliare con successo studio e lavoro. Il tuttofare Paolo Panero collaborava alla vendita delle stampe e imballava con cura i nostri preziosi libri assicurandosi che giungessero integri ai clienti. Dal 1995 Elena, figlia di un grande amico di Arturo, Lorenzo Vanossi, giornalista e bibliografo, collabora con entusiasmo e competenza alla schedatura ed alla gestione della libreria; malgrado il recente arrivo di due gemelli, rimane un punto di riferimento imprescindibile per i clienti, italiani e stranieri.

La storia della libreria non può prescindere dalle persone che hanno contribuito al successo secolare dell’attività
La storia della libreria non può prescindere dalle persone che hanno contribuito al successo secolare dell’attività

Una panoramica dei cataloghi pubblicati

“Quando uno scrittore muore diventa i libri che ha scritto” dichiarò Borges; parafrasando questa felice massima, potremmo dire che una libreria antiquaria rivive nei cataloghi che ha pubblicato. Dei libri acquistati e venduti negli anni può rimanere poca memoria mentre l’insieme dei propri cataloghi costituisce il vero e proprio testamento spirituale del libraio, la storia della sua vita, di come ha saputo – citando un grande libraio contemporaneo – “vendere l’anima”, trasmettendo al bibliofilo, ad ogni vendita, il proprio sapere e la propria passione.

Qui di seguito troverete i link di approfondimento alle storie dei diversi cataloghi che la libreria ha pubblicato nel corso degli anni.

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